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martedì 10 aprile 2012

Il disastro: Milano crolla del 5% e lo spread torna sopra 400 punti


Disastro. Una semplice parola basta e avanza per commentare la seduta odierna di borsa. Raramente ho assistito a una debolezza simile del mercato azionario italiano e il bilancio finale è a dir poco raccapricciante: A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo del 4,98% a quota 14458 punti. 
Sul listino spiccano i ribassi di Intesa Sanpaolo (-7,9%), Unicredit (-8,1%) e Banco Popolare (-7,3%), anche se le peggiori sono state A2A (-8,1%) e Stm (-8,2%). Male anche Fiat (-6% a quota 4 euro).

Sul fronte macroeconomico va segnalato il deciso peggioramento dello Spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni salito oltre la soglia psicologica dei 400 punti base a quota 404 punti. 
Osservando il grafico sottostante la situazione appare decisamente allarmante in quanto lo spread dopo essere sceso attorno ai 270 punti base a inizio marzo, nel giro di pochi giorni è tornato su dei livelli estremamente elevati. I prossimi target in tal senso potrebbero aggirarsi intorno ai 415 punti base e successivamente a 430 punti base. Un eventuale rialzo oltre i 450 punti base potrebbe essere interpretato come punto di non ritorno in quanto a  quel punto sarebbe chiaro il successivo allungo in area 500 punti e successivamente a 550 punti base, massimo registrato a novembre 2011.
Al contrario soltanto un ritorno al di sotto dei 375 punti base riporterebbe un po di tranquillità sulla solvibilità dell'Italia e sul mercato azionario italiano. 


Va segnalato che il rendimento dei btp decennali è tornato al 5,69% valore molto elevato che spinge gli investitori internazionali e non a dirigersi su investimenti meno rischiosi.  


Sul fronte internazionale invece il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è salito al 5,93% (spread con i titoli tedeschi a 430 punti base) mentre il rendimento dei titoli a 10 anni francesi è salito al 2,89% ( con lo spread con i titoli tedeschi salito a 125 punti base).


Tra le altre notizie va anche evidenziato che l'Iran ha confermato di aver bloccato le esportazioni di petrolio in Spagna dopo aver annunciato di non esportare piu' un barile in Grecia, paese che gia' diversi mesi fa ha avviato negoziati con Russia, Irak, Arabia Saudita e Libia per garantirsi gli approvvigionamenti. L'Iran e' sotto embargo petrolifero graduale da parte della Ue. Secondo la tv di stato iraniana Press Tv sarebbero state bloccate anche le esportazioni di petrolio a Italia e Germania. 
A mio avviso questo potrebbe provocare ulteriori tensioni sui prezzi del greggio causando di conseguenza una recessione ben più grave del previsto su tutta Europa. 

Per quanto riguarda il segmento azionario va sottolineato che il listino italiano è stato il peggiore d'europa con il suo -5%. Leggermente meglio il listino francese Cac 40 (-3,1%), quello spagnolo Ibex 35 (-2,9%), Dax -2,5%.


Da un punto di vista grafico si può osservare che la rottura della trendline rialzista di medio periodo ha innescato nei giorni scorsi le prime vendite attorno ai 16800 punti che hanno riportato rapidamente sull'importantissimo supporto dei 14400-14350 punti. Con il crollo odierno da inizio 2012 l'indice italiano accusa una perdita del 4% ed è tornata sui livelli di novembre 2011.
L'eventuale rottura di questo livello sarebbe molto critico in quanto aprirebbe lo spazio a nuovi minimi in area 14200 e 14000 punti. Eventuali crolli al di sotto dei 14000 punti innescherebbero ulteriori cali fino a 13800, 13500 e infine a 13200-13000 punti. A quel punto il mercato toccherebbe dei nuovi minimi assoluti e soltanto la fantasia potrebbe aiutarci a stabilire nuovi target ribassisti per i prossimi mesi : 12.000 punti o peggio ancora 10.000 punti.
Al contrario eventuali rimbalzi tecnici dovrebbero riportare l'indice attorno ai 14800 punti e successivamente a 15000  e 15200 punti. Sebbene il trend sia ampiamente ribassista tale scenario non è assolutamente da escludere dato l'elevatissimo livello di ipervenduto raggiunto sul listino italiano.
Dopo 5 giorni di violenti cali si spera in qualche timido tentativo di recupero anche perchè il pessimismo nei cuori degli investitori è tornato a livelli che non si registravano da novembre.   


1 commento:

  1. si, sicuramente il blocco dell'esportazione del petrolio crea delle problematiche, compreso l'approvigionamento agli stati europei. ma sopratutto,non so se avete fatto caso, il mercato italiano e stato molto peggiore degli altri mercati europei. il motivo lo deduco dalla poca credibilita' internazionale che abbiamo innerente
    alla politica italiana fatta in tutti questi anni dalla destra alla sinistra compresa. il professore monti, attuale presidente del consiglio, ha riportato la credibilita' a questo paese con grandi capacita'profesionali.ma se tutti i santissimi giorni, personaggi della politica ci mettono alla gogna, con i vari furti e scandali, anche io non investirei in questo paese spazzatura. mi vergogno di essere italiano.

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