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giovedì 5 gennaio 2012

Unicredit precipita del 30% in due giorni e Milano ci lascia le penne


Giornate drammatiche per tutti gli azionisti di Unicredit quelle di ieri e di oggi. Dopo il -14% di ieri il titolo Unicredit ha accusato un calo del 17,2% a quota 4,48 euro a seguito della comunicazione delle caratteristiche dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro che partirà il prossimo lunedì. Le azioni di nuova emissione saranno offerte al prezzo di sottoscrizione di 1,943 euro per azione, nel rapporto di 2 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 1 azione ordinaria e/o di risparmio posseduta.
Parte del calo è dunque da attribuire a questa operazione ma a spaventare i mercati sono state le parole dei vertici di Unicredit: lo stesso istituto finanziario mette in guardia gli investitori dal rischio di default dell'euro e contestuale ritorno alle monete nazionali, scenario, questo, che potrebbe ulteriormente penalizzare l'andamento dei bilanci della società...


Allargando l'orizzonte temporale di analisi di questo titolo agli ultimi 5 anni la situazione appare a dir poco disarmante:
Dai massimi del 2007 quando le azioni della principale banca italiana quotavano quasi 70 euro (valore post-raggruppamento di qualche giorno fa) il titolo è sceso a 4,48 euro accusando un calo superiore al 93% !!! A questo punto ogni commento è superfluo e nemmeno l'analisi tecnica può aiutarci a delineare le possibili evoluzioni del titolo nei prossimi giorni. 
Anche il resto del comparto bancario italiano ha accusato violenti cali: 
Bpm (-10,74%), Banco Popolare (-10,27%), Ubi (-8,90%), Mps(-8,55%), Intesa Sanpaolo (-7,33%), Mediobanca (-6,29%) e Bper(-5,98%) Mediolanum (-6,64%).
Ovviamente il Ftse Mib appesantito dal crollo dei titoli bancari è stato tra i peggiori listini europei accusando a fine seduta un calo del 3,65% a quota 14767 punti.  




Probabile per domani mattina qualche rimbalzo tecnico in area 14900 punti ed eventualmente fino a 15000 punti. Difficilmente vedremo il listino italiano tornare sopra la resistenza chiave dei 15200 punti dove dovrebbero tornare insistenti le ondate ribassiste. 
Al contrario l'eventuale rottura dei 14700 punti dovrebbe innescare ulteriori ribassi con target primari a 14500 punti e successivamente a 14300 punti.




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