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venerdì 29 aprile 2011

Portogallo e Grecia ancora sotto pressione mentre la Ue apre un'inchiesta sui Cds

Mentre le borse europee hanno chiuso l'ennesima giornata in territorio positivo la situazione del Portogallo e della Grecia si fa giorno dopo giorno più preoccupante: 
L'interesse dei titoli a 10 anni di Lisbona  è balzato al record del 9,76%
Nuovi record anche per il rendimento dei bond ellenici a due anni, salito al 26,01%, mentre quello sui titoli decennali ha toccato il 16,01%
Lo spread tra il decennale greco e il corrispettivo bund tedesco si attesta a 1.275 punti, mercoledì 27 aveva segnato il record dall'introduzione dell'euro a 1.307 punti. 
A questo punto sembra che la Grecia non possa farcela ad uscire da questa situazione e che una ristrutturazione parziale del debito sia inevitabile. 
Tuttavia è il Portogallo ora ad essere sotto pressione in quanto entro giugno Lisbona dovrà rimborsare prestiti per 5 miliardi di euro. Per non arrivare impreparata all'appuntamento il Paese ha messo in calendario un'asta per raccogliere fino a un miliardo la prossima settimana, il 4 maggio.
Il piano di salvataggio per il Portogallo sarà pronto entro il 16 maggio", ha assicurato il primo ministro portoghese ad interim, Jose Socrates, ma i mercati rimangono alla finestra in attesa di saperne i dettagli. 
Nel frattempo il mercato dei Credit Default Swaps(i famosi Cds, cioè i derivati che assicurano sul rischio fallimento) è finito sotto inchiesta dell'Antitrust Ue. La Commissione europea ha infatti deciso di avviare due indagini. La prima è per verificare se ci sia stato un abuso di posizione dominante e riguarda 16 banche d'investimento internazionali (JP Morgan, Bank of America, Merrill Lynch, Barclays, BNP Paribas, Citigroup, Commerzbank, Credit Suisse, First Boston, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, Morgan Stanley, Royal Bank of Scotland, UBS, Wells Fargo Bank/Wachovia, Credit Agricole and Societè Generale) e la società Markit, il principale provider di informazioni finanziarie sui Cds.
In pratica Bruxelles sospetta che le banche abbiano avuto un accesso privilegiato alle informazioni di Markit.

L'altra inchiesta riguarda invece i rapporti tra la clearing house leader per i Cds, la Ice Clear Europe, e nove banche che avrebbero usufruito di notevoli vantaggi finanziari: ( Bank of America Corporation, Barclays Bank, Citigroup , Credit Suisse, Deutsche Bank , Goldman Sachs , JP Morgan Chase , Morgan Stanley , UBS ).
I contratti  tra la  società The Clearing Corporation, di proprietà di Ice, e  le nove banche contengono una serie di disposizioni (tariffe preferenziali e partecipazione ai profitti) che potrebbero indurre le banche a rivolgersi unicamente a Ice come camera di compensazione. In tali condizioni, dice l'Antitrust europeo, le altre camere di compensazione potrebbero avere difficoltà a farsi largo nel mercato e gli altri soggetti del settore non avrebbero possibilità reale di scelta per compensare i contratti.

Personalmente ritengo sempre più urgente una riforma internazionale dei mercati finanziari basata sulla trasparenza e sulla riduzione delle leve finanziarie. A mio avviso i Cds andrebbero innanzitutto regolamentati con normative molto rigide e severe sugli scambi di questi strumenti, e in secondo luogo dovrebbero essere visibili da parte di tutti e non solo da parte degli operatori specializzati ( Trovare i valori aggiornati dei Cds in rete è ormai davvero un'impresa ). 
Terzo punto: ridurre la leva finanziaria e l'uso dei derivati in mano alle banche. Sono passati circa 3 anni dallo scoppio della bolla dei mutui-subprime ma la speculazione sui mercati delle materie prime e su tanti altri strumenti tramite i derivati invece di diminuire è aumentata a dismisura...e tutti sappiamo poi cosa è successo a settembre 2008....


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